Mubarak Bala è un ateo nigeriano che si è fatto conoscere nel 2014 quando i media hanno riportato che era stato drogato e ricoverato a forza in un reparto psichiatrico dai suoi familiari dopo avergli detto che era ateo1. Da allora, Bala ha continuato a esprimere le sue opinioni critiche sull’Islam sui social media, attirando le ire di alcuni musulmani del suo paese.
Nel 2020, Bala è stato arrestato dalla polizia nella sua casa nello stato di Kaduna, nel nord della Nigeria, dopo una denuncia presentata da un gruppo di avvocati musulmani che lo accusavano di aver insultato il profeta Maometto su Facebook2. Da allora, Bala è stato detenuto senza accusa formale né accesso a un avvocato o alla sua famiglia per oltre un anno3.
Nel 2022, Bala è stato finalmente processato davanti a una corte dello stato di Kano, dove la legge islamica (sharia) prevede la pena di morte per la blasfemia. Bala si è dichiarato colpevole di tutte le 18 accuse e ha chiesto clemenza. Il giudice lo ha condannato a 24 anni di carcere45.
La sentenza ha scatenato la protesta e la solidarietà di numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani e la libertà di espressione, tra cui Humanists International, Amnesty International e USCIRF (Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale), che hanno chiesto la sua immediata liberazione e l’abolizione della legge sulla blasfemia in Nigeria32.
Bala è considerato un prigioniero di coscienza da queste organizzazioni, che lo ritengono vittima di una persecuzione ingiusta e arbitraria basata sulle sue convinzioni personali. Il suo caso evidenzia la situazione critica dei diritti umani e della libertà religiosa in Nigeria, dove le minoranze religiose e i non credenti sono spesso discriminati e minacciati dalla violenza estremista2.